Con le mani nella terra

In molte leggende e miti, da un pugno di terra ha origine la storia degli esseri umani.

L’impasto primordiale di acqua e terra, asciugato all’aria e cotto con il fuoco, si carica di sacralità e acquisisce un’anima. Gli elementi della natura sono la nostra essenza e nella metafora della creazione, l’artista agisce come un alchimista e genera la vita.

La ceramica è un materiale semplice ma diventa prezioso con la lavorazione. Forse più di tutti rappresenta le qualità dell’arte e dell’artigianato, perché unisce gli aspetti di estetica e funzionalità.

 

 

Può assumere diverse forme e ha offerto soluzioni pratiche all’umanità primitiva.

E’ durante il Neolitico che la ceramica è stata ampiamente usata ma forse le prime ciotole furono prodotte anche prima, per contenere cibo e acqua.

Con la stanzialità, i gruppi hanno iniziato a produrre e ad accumulare vasellame per diversi usi, anche per trasportare derrate alimentari durante i viaggi in mare, come le anfore.

Anche nei corredi funebri, è elemento ricorrente ed accompagnava le anime nell’aldilà per fornire un aiuto nella vita ultraterrena.

Oggetti fatti di ceramica erano e sono presenti in ogni casa.

La forma sembra nata dalla coppa che si crea unendo le due mani per raccogliere qualcosa.

 

 

L’esperienza della ceramica è soprattutto tattile.

Al suo stato naturale, l’argilla si lascia stringere, schiacciare, appallottolare, stendere, bucare, ammucchiare, arrotolare, imprimere, seccare, decorare e plasmare con facilità grazie alla sua natura mutevole.

 

 

L’argilla è una roccia sedimentaria a grana molto fine. Si trova sotto gli strati più superficiali del terreno ed e capace di assorbire grandi quantità di acqua.

Questo la rende elastica e modellabile.

L’acqua e il fuoco, elementi opposti, la portano a modificare la sua natura, ai limiti delle sue possibilità: liquida e solida.

Si asciuga all’aria, cambia il colore e si riduce nelle dimensioni. Poi si cuoce ad alte temperature e diventa ancor più dura. Se la vuoi rendere impermeabile, la puoi sigillare lavorando la superficie con un sassolino fino a renderla simile al cuoio oppure si può smaltare con i colori e la cristallina.

 

 

I popoli primitivi si avvicinavano all’argilla con istintivo piacere, come succede a un bambino.

E’ bello conoscerla attraverso il gioco delle possibilità e delle variabilità. Solo attraverso queste infinite sperimentazioni siamo giunti alla grande ricchezza di cui ci ha ricompensato.

Nella didattica della ceramica, per avvicinarci alla conoscenza di questo meraviglioso materiale, non si dice cosa si fa ma come lo si fa.

Si procede con delle azioni in successione, praticate sulla materia in modo concatenato, senza fretta, combinando, sensazione dopo sensazione, una verbalizzazione sensoriale: tattile, olfattiva e visiva.

Come è? Cosa ci ricorda? Cosa sembra?

 

 

L’argilla si compone e scompone,

si toglie e si mette,

si batte e si schiaccia far uscire l’aria,

si arrotola e si stringe per fare un lungo serpente,

si avvolge come una spirale,

si fa scorrere sotto il palmo per fare una palla,

si stende a formare una sfoglia..

dalla superficie piana si crea un volume tridimensionale.

E’ un gioco e da cosa nasce cosa.

 

 

Usando  l’argilla di diversi colori, si creano diversi effetti cromatici.

Le ciotole e i vasi sono realizzati a partire da un rotolo di pasta avvolto a spirale (tecnica a colombino) oppure modellando dall’interno una palla (tecnica a pressione) o, ancora, facendo aderire l’argilla ad una forma precostituita (tecnica a stampo).

 

 

Se creiamo una superficie liscia possiamo decorarla con delle impronte.

 

 

o con delle tracce.

 

 

Le prime decorazioni sui vasi avvenivano per impressione delle dita, delle unghie, pizzicando o graffiando la superficie.

Si utilizzavano anche strumenti come bastoncini, schegge di pietra, conchiglie, imprimendo la forma di elementi vegetali.

La ceramica impressa ha segnato un passaggio dell’umanità verso forme più ricercate che identificassero l’artista e la sua gente, stili originali di ricerca decorativa e di gusto estetico.

 

 

Se osserviamo la natura intorno a noi, troviamo tracce e impronte ovunque:

lasciate dagli animali o dagli umani, dall’acqua e dal vento. Si imprimono nella sabbia come nella roccia, nel legno o nella neve… ovunque sulla superficie terrestre si incontrano forze che agiscono e che trasformano.

Diventano impronte casuali, tracce misteriose, ritmi costanti, texture decorative, labirinti e scritture… l’universo dei segni.

 

Al prossimo soledì!

 

Per approfondire:

 

Foto, disegni, opere di Daniela Bordoni

Laboratori didattici a cura di Artesana Onlus

 

2 commenti

  1. Ciao Daniela 😍
    Che piacere leggere le tue riflessioni e nozioni sulla ceramica, grazie.
    Sarebbe bello riprendere presso il vostro museo, piano piano naturalmente, incontri e corsi tra ceramisti. Con la ceramica non si è mai soli ma la condivisione di una passione è qualcosa di grande che ci arricchisce.
    Un saluto caro e grazie ancora per quello che scrivi.
    (Ho partecipato qualche anno fa un corso di ceramica con un maestro di Faenza)

    1. Ciao Loredana!
      Certo che mi ricordo e mi fa piacere averti ritrovato qui nel blog. Avevo bisogno di condividere le mie esperienze attraverso un canale più aperto verso gli altri… questo periodo di isolamento è molto difficile. Sono pronta, quando i tempi ce lo permetteranno, a trovare occasioni di incontro al Museo delle Civiltà e sperimentare ancora insieme con l’arte. A presto!

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