Essere altrove (prima parte)

Finalmente… bentrovate e bentrovati!

Ci è voluto più tempo per scrivere questo post… quindi leggetelo con calma.

 

Identità e alterità…

da questa ultima dicotomia, continuo i miei pensieri.

Penso di andare in un luogo lontano, uscire dalle abitudini conosciute, trovarmi tra persone che non mi conoscono né saprebbero identificarmi.

Spesso si pensa che il viaggio porti in luoghi distanti, in differenti quotidianità, per perdere un po’ di quel che si è.

Dalla mia esperienza invece, ho capito che la distanza serve per avere una visione d’insieme, per mettere a fuoco meglio le cose.

Da lontano riesco a guardare meglio la mia vita, il senso di quel che faccio e l’immagine che ho costruito di me stessa.

In un viaggio, nel lontano 2001, attraversai per la prima volta l’oceano per approdare in Messico, al Districto Federal, la capitale, che ha un estensione grande quanto la nostra regione Toscana per 25 milioni di abitanti, 5 volte la città di Roma.

L’arrivo fu di sera. Città del Messico, dal cielo, si presentò come un’enorme brace ardente senza confini. Mi spostai dal centro del Paese decentrandomi verso occidente e poi a sud.

E’ il luogo che ti ospita a guidarti nel viaggio di scoperta… almeno questo è quel che mi succede ogni volta. I sensi si acuiscono e si diventa più percettivi sulle scelte da compiere, sulle tracce da seguire. Si parte da una situazione di svantaggio, in un contesto sconosciuto, per cui è nel proprio interesse mettere in discussione i propri saperi e capire la situazione presente, lasciandosi guidare dalle sensazioni, dalle emozioni e rimanendo sempre aperti, attenti.

Il Messico mi cattura nel profondo.

Ci sono tornata più volte, spesso da sola per essere più autonoma e libera nel percorso di conoscenza.

Un viaggio che ha segnato un mio grande cambiamento è stato nel 2004 in cui ho seguito il mio sposo, anche lui antropologo messicanista, per vivere in una comunità indigena sulla costa del Pacifico, nello Stato del Michoacan, per quasi un anno.

Lui stava facendo uno studio sull’impatto del turismo nella comunità indigena, io uno studio sulle donne e le attività artigianali come fattore di sostentamento ed emancipazione femminile.

Maruata è una comunità indigena del Michoacan, di etnia nahua, ovvero la discendenza degli antichi Aztechi. Si trova in una regione molto povera ma la ricchezza data dalla natura è inimmaginabile. In questo contesto, visioni diverse da quelle indigene portano cambiamenti non sempre utili alla comunità. L’idea di progresso e modernità ha accompagnato, in varie regioni del Messico, espropri, violenze e sfruttamento delle risorse.

Per questo la gente della comunità di Maruata ha sempre difeso gelosamente la propria terra dagli stranieri. La terra non è privata e non si può vendere. Appartiene alla comunità che la cede ai suoi abitanti nella misura in cui rispettano le regole che la governano. Il Consiglio della comunità custodisce questa autorità.

La nostra presenza è stata accettata poiché aveva un inizio e una fine. Con il tempo, siamo riusciti a stabilire un rapporto di fiducia reciproca, a sentirci partecipi della loro sorte e invogliati a scambiare conoscenze, modi di vita, tempo da dedicare.

Da questa esperienza sono nati molti frutti. Uno ve lo voglio raccontare.

E’ un progetto intitolato: “Postales de Maruata“.

Sono 20 gli acquerelli che ho realizzato e che hanno per soggetto un tema cardine della comunità. Questo per far conoscere ai visitatori di questo meraviglioso posto alcune delle tematiche di base fondamentali per avvicinarsi con rispetto al luogo che incontrano e ai suoi abitanti.

Elemento centrale per la comunità è il mare. Per gli indigeni è femminile:

1. ALAMAR

Una leggenda racconta che il mare sia stato creato dalle lacrime di una bambina. Oggi rappresenta una fonte molto importante di sostentamento grazie alla sua pescosità. E’ anche una forza che rispettano e temono. Le onde dell’Oceano Pacifico possono essere così irruente da portare via ogni cosa, anche la vita delle persone che vi si avvicinano con  superficialità.

2. L’ARNICA E LE PIANTE MEDICINALI

L’arnica è considerata la panacea di tutti i mali. Ci sono unguenti a base di arnica di cui si millantano capacità che spaziano dal curare una puntura di un insetto fino al cancro. Tolta la superstizione, rimane una pianta dal forte potere curativo e alla portata di tutti. Le persone anziane sono quelle che maggiormente fanno ricorso ai rimedi naturali estratti dalle piante e ne tramandano le proprietà e gli usi alle nuove generazioni.

3. EL BUÑO

La spiaggia del Buño è una delle tre spiagge di Maruata ed è anche la più bella. Si può nuotare da novembre a febbraio o quando la corrente lo permette. E’ anche la più pericolosa ed occorre portarle rispetto. Durante la mia permanenza nella comunità, ho vissuto diverse volte l’esperienza di veder strappate e portate via delle vite umane.

4. LA CARRETERA FEDERAL

La strada federale 200 è la via di comunicazione principale della costa. Prima della sua costruzione, gli spostamenti tra comunità duravano diversi giorni mentre oggi vengono impiegate solo poche ore. Prima ci si spostava a piedi e con imbarcazioni o piccoli aerei in casi di emergenze. Insieme alla strada, sono arrivati i servizi, come la luce e l’assistenza sanitaria e, non da ultimo, il turismo.

5. LA COCINA

Ogni cucina ha la sua regina. Tutti i giorni le donne della comunità si incaricano della preparazione del cibo per garantire sopravvivenza alla famiglia. Dal mattino presto, moliscono sul metate il mais per ricavare la massa necessaria a preparare le tortillas, alimento basico della dieta di tutti i messicani. La cucina è anche il luogo di ritrovo per le chiacchiere private tra donne. Ricordo il grande orgoglio quando sono stata invitata a farne parte.

6. EL DEDO DE DIOS

Il dito di Dio è una roccia particolare che sembra davvero una mano chiusa con il dito puntato verso il cielo. Anticamente, nella lingua nahuatl, si chiamava Tizcali che significa semplicemente pietra. Si trova tra la spiaggia del Buño e la “spiaggia del mezzo”.

7. LA FIESTA

Ogni occasione è buona in Messico per fare festa. A Maruata, nei momenti di passaggio come nascite, matrimoni, festività religiose o al termine di cicli scolastici, tutta la comunità si ritrova insieme per festeggiare e condividere cibo, musiche e danze. Il significato risiede proprio nell’importanza del vivere e affrontare tutti uniti le fasi della vita, che sia naturale o culturale, individuale o collettiva.

8. JACUZZI

Questo luogo magico, si trova vicino la comunità di Maruata. Lo si raggiunge attraverso un sentiero nella boscaglia oppure via mare. Grazie alla particolare conformazione delle rocce, le onde del mare entrano nella risacca creando un effetto di bolle d’aria che somiglia all’idromassaggio (da lì il nome Jacuzzi). In queste vasche naturali, dove si può sostare in assoluta pace e tranquillità, ci sono anche coralli e molta fauna ittica che la comunità protegge per far sì che il mare continui a portare la vita.

9. LA LLUVIA

Anche la pioggia è vita: fa rinascere la terra e le piante che sono cibo per gli animali. Nella comunità, la stagione delle piogge inizia a giugno e termina a settembre. E’ annunciata dalle rane che gracidano e che chiamano l’acqua. I granchi alle prime piogge risalgono dal mare attraversando tutto ciò che incontrano per arrivare alla montagna. I fiumi si riempiono e le palme agitano le loro grandi foglie come girandole.

10. LA LAGUNA

Questo luogo si trova alla foce del fiume che attraversa Maruata. E’ un luogo che offre riposo alle numerose specie di uccelli. La laguna si creò come conseguenza di un uragano che negli anni ’90 cambiò la forma del villaggio. Il fiume in piena arrivò ad impattare con il mare con una tale forza che le acque si mescolarono e tornarono sulla terraferma. Quando finalmente si ritirarono, lasciarono questa oasi e una palma storta.

Potrei continuare ma per ora mi fermo qui.

Lo farò più avanti, al prossimo soledì.

 

Acquerelli (15×10 cm) e foto di Daniela Bordoni

 

 

 

6 commenti

  1. Grazie per le tue riflessioni sul viaggio come esperienza di introspezione e insieme relazione. Bellissimi gli acquerelli che raccontano. Al prossimo soledi’!

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